Digitalizzazione
Digital inclusion
[G4-EC7], [G4-EC8] Per fronteggiare il divario tecnologico generatosi nelle cosiddette zone marginali del territorio italiano, che altrimenti resterebbero escluse dai programmi ordinari degli operatori di telecomunicazione a causa della scarsa redditività degli investimenti, tra il 2005 e il 2016 TIM ha realizzato un programma d’investimenti straordinari che ha permesso di fornire la copertura ADSL (copertura lorda1 > 70%) a circa 7.7000 comuni in totale (4.350 comuni in più rispetto a dicembre 2005).
A dicembre 2016 TIM ha attivato il servizio ADSL in circa 9.670 centrali, di cui 8.425 con portante in fibra ottica. Oltre al piano di estensione delle coperture, TIM ha affiancato un piano integrativo di ampliamento della rete attiva2 , laddove necessario, per garantire la piena fruibilità del servizio da parte dei clienti e lo sviluppo della digital inclusion.
Nella tabella seguente si riportano le percentuali di copertura a dicembre degli ultimi tre anni.
descrizione | 2016 | 2015 | 2014 |
---|---|---|---|
Copertura ADSL (*) | 99,31 | 99,10 | 98,75 |
Copertura UMTS e HSDPA (**) | >97 | 96,00 | 96,00 |
Copertura LTE (**) | >96 | 88,00 | 77,00 |
Copertura Next Generation Plan (telefonia fissa) (***) | 58,9 | 42,00 | 28,10 |
(*) La percentuale si riferisce alle linee telefoniche fisse di TIM.
(**) La percentuale si riferisce alla popolazione residente. I valori di copertura possono subire variazioni con riferimento agli aggiornamenti ISTAT e di urbanizzazione.
(***) La percentuale è determinata dal rapporto tra il numero di unità immobiliari sottese ad “armadi” raggiunti dalla fibra ottica in accesso (o servibili direttamente da centrale se a distanze accettabili) ed il numero totale delle unità immobiliari che hanno attive o hanno avuto in passato linee telefoniche.
Per favorire la digital inclusion e la conseguente copertura delle aree geografiche a “fallimento di mercato”, TIM non può prescindere da interventi congiunti “pubblico-privato”.
Le modalità d’intervento finora seguite sono state essenzialmente due, entrambe pienamente in linea con le norme europee in materia di concorrenza:
- a prima è caratterizzata da un approccio “centrale” che vede la collaborazione con Infratel Italia S.p.A. (Infrastrutture e Telecomunicazioni per l’Italia)3, il soggetto pubblico che realizza le infrastrutture passive di rete a banda larga (cavi in fibra ottica) organiche e integrate sul territorio nazionale, con l’obiettivo di diffondere la digital inclusion nelle aree a minore redditività del Paese;
- laseconda modalità ècontraddistintada un approccio “locale”, fondatosullacollaborazione con le regioni che promuovono i progetti volti a aumentare la digital inclusion, per esempio attraverso forme di finanziamento imperniate su gare pubbliche secondo il c.d. “modello claw-back” che prevede l’assegnazione di contributi a compensazione della mancata redditività degli investimenti.
Utilizzando i suddetti modelli d’intervento, in taluni casi anche contemporaneamente, nel corso degli ultimi anni TIM ha siglato diversi accordi di collaborazione con le varie realtà territoriali (ad es: Memorandum of Understanding con la regione Emilia-Romagna e Lepida4, con la provincia autonoma di Bolzano; quest’ultimo ancora in fase di realizzazione nel 2016). Si segnala, tra l’altro, l’aggiudicazione nel 2012 del bando pubblicato dalla regione Marche per il completamento della digital inclusion (attraverso servizi a banda larga avanzati con velocità fino a 20 Mbit/s) nelle aree regionali a fallimento di mercato. Il progetto si è concluso nell’ultimo trimestre 2015.
Dal secondo semestre 2013 e fino a settembre 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha emesso dodici bandi su base regionale nell’ambito del piano Nazionale Banda Larga, tramite Infratel Italia S.p.A. individuata come soggetto attuatore e assegnatario dei fondi previsti. I fondi allocati per i progetti di diffusione del servizio a banda larga nelle aree in digital inclusion sono stati 353 milioni di euro, di cui 225 milioni da destinare al modello “claw-back”; il contributo per ciascuna regione può corrispondere ad un massimo del 70% dei costi del progetto per l’ampliamento della digital inclusion. I bandi emessi sono relativi alle seguenti dodici regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.
Non sono stati emessi i bandi delle regioni Basilicata, Lombardia, Piemonte, Puglia e Sardegna. Per le restanti tre regioni (Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta) non sono previsti interventi del MISE in quanto le suddette regioni dispongono di piani autonomi.
TIM ha partecipato a tutti i bandi finora emessi, ad eccezione di quello per la regione Liguria; si è aggiudicata i bandi relativi alle regioni Calabria, Campania, Lazio, Veneto, Toscana (ancora in corso) e Sicilia (per contributi complessivi assegnati pari a circa 63 milioni di euro) mentre i bandi relativi a Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche, Umbria e Liguria sono stati aggiudicati a NGI S.p.A. Per la regione Molise un primo bando è stato annullato ed un secondo è andato deserto.
1 I dati di Copertura Ufficiale di TIM si riferiscono alla copertura tecnica della popolazione telefonica (in termini di linee a 64 kbit/s equivalenti) al lordo delle aree non tecnicamente servibili a causa delle caratteristiche della rete di accesso in rame (presenza di apparati numerici quali ad esempio MPX, UCR o MD48, eccessiva distanza dalla centrale, ecc).
2 Il piano è costituito dagli interventi che garantiscono la piena fruibilità del servizio da parte dei clienti attraverso l’am- pliamento della capacità degli apparati utilizzati, sia in termini di porte utente sia di ampiezza della banda disponibile sulla rete internet. Tecnicamente si parla di attività di desaturazione degli apparati DSLAM, svolte preventivamente o al superamento di soglie definite di qualità o disponibilità del servizio broadband.
3 La società è stata costituita su iniziativa del Dipartimento Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico e di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, ed è il soggetto attuatore del Programma Banda Larga.
4 Lepida S.p.A. è lo strumento operativo promosso dalla Regione Emilia Romagna per la pianificazione, lo sviluppo e la gestione omogenea e unitaria delle infrastrutture di telecomunicazione degli enti collegati alla rete. La società favorisce interventi anche a favore della digital inclusion in zone rurali o montane.